Sei tu a decidere
l'icona del mio sogno
mentre mastichi
liquirizia nera
in fondo alle scale
cercando una scusa
per non salire.
Struscio la mano
sulla parete del corridoio,
qualcosa cade
mentre la neve nel cervello
si condensa
e vedo angeli verdastri
con le lire spasimare
le Gormiti lotte.
Poi nel letto ti ritrovo,
dall'altra parte confusa
sulla natività che
non fu mai compiuta.
Le monache blu erano appena passate
che il vecchio tossendo incominciò
a ridere con il nevischio sulla testa
che gli scivolava sul cappotto grigio a scacchi.
Vendo figli, vendo figli,
guardate donne,
vendo figli, vendo figli,
gridava,
mentre il piccolo in piedi sulla carriola
faceva le bolle d'aria con il sapone.
Con la testa tra le mani
mi ritrovo chiuso in bagno,
la poesia sta anche per finire
ma il vizio del naso
non posso tacere,
già pazzo,
strapazzo mi fece.
È folle non di meno
costui che cerca,
nella notte,
un vecchio con una carriola.