Ti appartiene
il sussurro che coglie
-poi scioglie-
intrigante e possente
sui miei fianchi si tende.
Tu mi porgi le mani
e sul caldo vagito
mi tratteggi origami
come fossero fiori.
Sfogli petali e dici
assapori e conduci
mi ridesti suadente
come deve un amante.
Fugge il sole, si cala
tutto intorno s'ignora
lascia spazio alla luna
che con pallida grazia
cede all'irriverenza.
Poi ti bevo assetata
e ti regalo una rosa.