Voci, suoni.
Poi focolai che sembrano sorrisi
mentre la pupilla
si è appollaiata sull'iride
sognando beata di potersi estendere,
e passa una macchina...
e un'altra...
e un'altra ancora,
e sfrisciano il buio,
elettriche sgozzano prepotenti la notte tranquilla,
quiete e muta, assassina e genitrice.
Continua però a vivere in alto,
aggrappata ad una mezza luna
che sembra soffrire
come un chiodo su un muro di sabbia.
Scivola lenta verso il basso però,
verso la sua dissolvenza,
inerme, erosa dai granelli
di un nuovo giorno.