Col terrore dell’abisso negli occhi
e l’istinto della vita nel cuore,
clandestino, lotti disperato
contro il vortice ruggente.
Intorno è una nebbia opaca,
un rovinio di creste spumose.
Il mare grida la sua ferocia,
la tempesta imperversa.
Fra poco scenderà la notte,
cupa, tragica, implacata.
I tuoi gridi saliranno invano
a quel cielo senza stelle.
Lontano appare una nave,
ma è soltanto un miraggio.
Il suo profilo affonda nella nebbia,
sale, svanisce lontano.
Clandestino, tu chiami ancora.
La tempesta raccoglie il grido,
lo distrugge senza pietà.
La fine si appressa sempre più…