Ritorna prepotente,
in bianco e nero il ricordo,
vestito di fumo
come un rimorso, con i contorni
di una sigaretta accesa
che brucia e brilla nella notte
e si consuma e mi consuma.
Come quando cercavo di imprigionare
la nebbia o imbottigliare quel fumo,
soffiavo dentro e poi aperto il tappo
svaniva.
E svanisce in quel fumo il ricordo,
il contorno sfumato di un quaderno di scuola,
cornicette di fiori, di cuori,
i nostri giochi per strada
sfrenati, giocavamo con l'infanzia a cucù,
poi ci voltavamo e lei non c'era più.
I nostri jeans, i nostri timori,
le nostre emozioni, i primi batticuori,
canzoni, complicità di mani
intrecciate per strada, amica mia d'infanzia
di una giornata di sole,
di una sigaretta accesa.
E poi lui,
i suoi capelli neri come la notte,
bianca, come il suo sorriso,
sedici anni, per noi una vita.
Ci ha diviso la notte,
brillava come una sigaretta,
con il suo fumo acre e denso negli occhi
dove veloce si dissolveva un sogno.
La vita dolce e amara, il tuo nome,
il sapore ed il rimpianto
di un'amicizia finita, spenta,
durata il tempo di una sigaretta.