Mi regalò un fiore
una rosa profumata
dai petali bianchi e vellutati.
Me la porse nel rossore,
nell'imbarazzo
di un fratello che sapeva amare.
Era il nostro tempo
breve ma intenso,
quello degli amori confidati e derisi,
del rossore improvviso sulle guance...
delle fiamme dentro l'anima.
Insieme leggemmo poesie
nelle sere fredde d'inverno
recitando all'infinito versi di
" questo amore",
i nostri unici compagni
Prèvert e Hikmet...,
nostri poeti di cuore e anima.
Amico, fratello
maestro di vita,
sangue del mio sangue,
Dio lo chiamò a sè
capovolgendo le nostre vite,
teneva tra le mani i sogni ancor caldi...
e tutte le sue belle parole.
Rinchiusi tutte le mie lacrime
insieme alle pagine di quel libro
rinnegando la poesia.
Gli anni passavano
ma nell'aria sentivo aleggiare le sue note,
ne respiravo il profumo
componendo versi
su pagine bianche della mente
che scomparivano nel silenzio.
Un giorno di maggio
conobbi lei...
una fata dalle ali impercettibili
ma vaste come il suo vedere,
occhi grandi e sognanti
seppe leggere nel mio cuore
ponendomi tra le mani una penna magica
realizzando il mio desiderio.
Nel tempo delle rose
riaprì in me quel libro...
tra le mie dita scivolarono
petali bianchi e vellutati
rimasti ad aspettare tra le righe
e i versi dell'amore.