Il vento soffia, per tutta la vita,
E grazie ad esso vola il polline, si scuotono i rami.
La Natura, in continuo cambiamento,
Nulla può contro l'onnipresente Tempo,
Forse perchè non vuole, forse perchè così dev'essere.
Bisogna accettar questo girotondo,
Nulla, in questa bufera può rimanere immutato,
Nulla...
A niente serve piangere sul latte versato,
Ma trovare la forza per accettare il mutamento, quello sì,
È più indicato.
Vorrei solo trovare la spinta
Per non esser travolto dal vento
Per non esser trainato, ora a Levante ora a Ponente,
Ed entrare anch'io a far parte del gran cambiamento,
Senza rimorsi, senza rimpianti, dando sfogo alla mia gioia latente.
In mezzo al mare in tempesta,
La mia Gioventù nasce, cresce,
Si nutre di brezza marina, tentando di volare
Non sapendo nemmeno nuotare.
Il mare ha mille correnti, e non una di esse
Guida allo stesso porto,
Non si può, fissi e immobili, aspettare ciò che di bello
Questa tavola azzurra ci offre,
Ma tuffarci a capofitto.
È meglio rischiare d'annegare, scoprendo quel vasto fondale,
Che Madre natura con tanta minuzia ha dipinto,
O nuotare, nuotare e nuotare, restando al sicuro e raggiungendo la mèta?
Ma, quale mèta in realtà ci attende? Io credo,
Soltanto il disìo, l'ardore, di una nuova mèta sfiorare.
Come un viaggiatore, sempre in treno,
Con lo zaino di vestiti pieno, ma d'emozioni privo...
O come un viaggiatore, passeggiando sotto casa,
Stupito da una vetrina appannata
D'un negozio di periferia
In una fredda giornata d'Autunno?