Se il sogno di questa nostra casa
il timido pavone che occhieggia
tardasse all'uscio, potrebbe la nostra
promessa durare e mai perdersi?
Dormiva fanciulla, la coscienza
del nostro cambiare, saldo cappello
su un viso di stoppie, calzava bene
mentre ridevi del vivere lento.
La pallida estate bruciante e
il corpo mutato nel silenzio di
chi stringe il capo di un torto,
mentivi ancora ridendo, segreto.
Ora che credi tutto sia sogno,
lo stesso capo ci stringe, fratelli
di un padre non nato mentre dal
piano s'agita furente il vento di ieri.