Vivevo,
semplicemente,
immersa dentro a un presente,
davo la mano ad un timido bambino,
il passato, ancora troppo giovane,
compagno di giochi,
ci fermavamo sulla strada guardando,
quel piccolo viale percorso
e poi ridendo, fuggivamo lontano.
Lui, il futuro era nascosto,
perso dentro la nebbia,
non lo scorgevo ancora, non lo cercavo.
Vivevo,
semplicemente,
giocavo con l'orologio del tempo
e mi divertivo a spostare le lancette,
ma ogni movimento impresso,
dalla sua mano, veniva mutato.
Ti ascoltavo già,
forse non ti capivo,
sentivo la tua voce che mi sussurrava.
Sarò i mille venti che soffiano,
ci sarò nell'aria della sera,
sarò la rugiada che ti sveglierà,
sorprendendoti abbracciata ad un sogno.
Sarò le mille foglie d'autunno,
dentro al colore di un cielo terso,
dentro una lacrima
che silente, solcherà il tuo viso.
Ti sentivo,
non ti ascoltavo ancora,
ho conosciuto il futuro,
era lungo quella strada,
ha uno sguardo sfuggente,
a volte delude,
mentre mi volto
a guardare il cammino percorso,
con una punta di rimpianto.