E poi perdersi
dentro il suo abbraccio,
quando si spengono i rumori
e si accendono le luci,
quando la giostra del mondo
sembra essersi fermata,
ed ascolto il silenzio,
la complicità di un incontro
clandestino con la notte.
Assaporo il suo lato oscuro
quello che alla luce del giorno
sparisce,
come occhio che si chiude
al sorgere del sole,
quando la quotidianità
frettolosa passa sui tram,
dentro gli uffici,
sbadigliando assorta di fronte
al capuccino.
Un tuffo dentro un caffè
nero e avvolgente
come il suo abbraccio,
nelle sue strade
in cui mi perdo,
come vuoti labirinti.
Un semaforo mi strizza il suo occhio
e mi invita a passare,
lontana dalla quotidiana follia,
un gatto randagio,
si ferma, mi guarda
e poi fugge via.