Altro non mi rimane
da fare, in questa notte
afosa di giugno,
se non lo starmene
alla finestra
ed invidiare
l'arsura placata della terra,
in questa pioggia
silenziosa che cade,
come miracolo
invocato dalla sete
dei fiori.
Mi perdo
nell'odore acre, intenso
del suolo bagnato
che lentamente sale
penetra ed inebria
le narici,
stordendomi
come un amplesso
consumato.
Un tempo ero
terra bagnata
che ostentava
impudica il proprio piacere
alla luna,
or tutto
m'appare lontano e vago.
Ho sete d'amore...
e tu, la notte,
mi manchi.