Ho sempre sentito parlare di lei
con ossequioso timore
che a pronunciare il suo nome
evocava dolore,
veli di donne in testa,
una preghiera sommessa,
il pianto di una campana,
una messa,
parlavano a bassa voce,
un dolore da portare,
una croce.
Da scheletro nero
ad angelo con ali,
andavo a trovarla,
nella pace e nel silenzio
di visi che sorridevano.
L'ho incontrata diverse volte
nella vita,
non è vestita di nero,
non ha la falce,
non parla straniero,
parla con il rumore del silenzio
dell'indifferenza, del vuoto,
Ha il volto della rabbia e dell'odio,
fa calcoli e differenze.
È qui che diventa regina,
non c'è peggior morte
di quella
che regna tra i vivi.