T’amo d’una luce scura e misteriosa,
come s’amano i segreti sepolti nell’anima
dove per tempo riposano solenni,
ossidandosi in una spessa coltre di verità
che diverrà, presto o tardi, mera fantasia.
T’amo con il soffio delle parole non dette,
conficcate alla gola sanguigna e macera
ove giacciono i pensieri nascosti della mia passione confusa,
mischiati alla polvere acerba della mia più torbida paura.
T’amo come s’amano i vecchi libri, polverosi e saggi,
antichi amici ingialliti,
caparbi mentori delle mie pulsioni,
muti inquisitori dei miei mutamenti.
T’amo struggendomi,
annegando in te l’ovvio delle cose,
rivedendo alla tua luce il respiro del mondo
e adeguandomi ad esso di conseguenza.
T’amo d’un amore che non t’ho mai detto
perché non ne conosco le vocali,
e, se mai le conoscessi, non fiaterei.