Ovunque lo spazio ha luce
e parla d'infinito,
dove si ergono i gabbiani
liberi sogni di un pittore
a tratteggiare un cielo
allora sono nastri di velluto,
per legare l'universo.
Ovunque,
dove l'alito del vento
ruba semi alla ginestra
sull'aurora appena nata,
dal ventre dolorante di un mattino.
Laddove le rondini,
si anellano e scompaiono
cercando nel calore una dimora
per poi portare ancora primavera.
Ovunque,
perimetri d'inerzia
recintano la Luna
immobile ed eterna
sul manto nero della notte,
effimero soffitto di una stanza.
Ovunque,
lampeggiano le stelle tra le nubi
e l'orizzonte ingabbia l'ultimo tramonto
tracciando sull'asfalto ombre di colline
ovunque... c'è la libertà,
ti sento.