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A Davide

Io so solo che dovevo dirlo.
Tra le nebbie delle mie illusioni,
tra i fari di fiammiferi, dove la compagnia era di plastica
dove ero ladro d'aria e di sbadigli.
Tra i sentimenti che ci (s)legavano, dove la speranza manovrava i fili degli amori
e strattonava il fondo della giacca, anche se soltanto nei giorni dispari.
Tra lo sconforto dei mesi d'estate
durante le gite nel negozio delle maschere, dove l'unica faccia in vendita era la mia.
D'estate i condizionatori influenzano le scelte
e gli spermatozoi sono in sosta all'autogrill
a raccontare alle nostre ex perché non siamo mai rimasti incinti.
Io so solo che dovevo dirtelo.
Dietro a ogni dubbio di polistirolo, tra i popcorn ingialliti e l'audio sfalsato,
tra la cenere nei posacenere
Tra la polvere delle bottiglie d'annata, quelle più costose di tutte
che imprecano considerazione gridando dalla cantina
perchè tu gli avevi promesso che le avresti aperte nelle occasioni migliori,
parola di lupetto.
Tra la polvere delle bottiglie nei circoli
dove falce-martello-e-litigi fanno da pretesto.
Estraggo il martello dalla cassetta degli attrezzi, quella rossa del garage
e mi prendo a martellate, alla ricerca di quel fottuto chiodo fisso.
E io che ci credevo ancora e che inciampavo
sui gradini di casa sua, sui tappeti della sala - "dove vai Aladino?" -
facendo l'amore con ogni suo sguardo.
Che poi loro cosa potevano saperne?
A spiegartelo con tre parole d'imbarazzo
e un cabaret di paste con le fragole, le tue preferite, per farsi coraggio.
I dolci sono così amari quando si mangiano con rabbia.
Io so solo che volevo dirtelo.
Nelle sere di attesa, perché qualcuno diceva che sarebbe tornata,
prima o poi.
Nelle notti di alcool e vergogna a far rotonde in auto fino a vomitare.
Sembrava lei nella penombra.
Mi son fermato alla stazione a parlare di politica con le locomotive.
E poi i pomeriggi di prato a pisciar fuori confessioni a un platano
che nemmeno riusciva a darti del tu mentre parlava.
Due spine di cactus sotto il divano, una per ogni occhio.

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 27/04/2012 08:45
    ... una poesia
    di sapore novecentesco,
    bravo
    anche se forse un po'
    eccessiva,
    complimenti.

1 commenti:


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