Non apprezzerai mai abbastanza,
quello che adesso
non puoi capire.
Chi ti aspetta
e si contorce le mani nel buio
se non ti vede tornare,
che corre alla porta
a ogni rumore
di passo sulle scale,
che respira il tuo respiro.
Tonfo del cuore,
sussulto di lancette,
i tuoi pensieri,
le preoccupazioni,
diventano zaini
che una mano invisibile solleva,
le tue gioie,
le tue conquiste
abbracci complici,
nel silenzio muto degli occhi,
di una lacrima di discrezione.
La vicinanza,
che supera le distanze,
di una porta sbattuta,
di un telefono che resterà
muto
quando avrai voglia di
chiamarlo e non esisterà
più numero
all'infuori di una preghiera.
Solo da genitori
si capisce la fortuna di
essere figli,
quando,
con rimpianto ti accorgi,
di non avere mai
apprezzato abbastanza.