Mi incontro su un filo d'oltremare
che ci sto a fare qui
mi chiedo
e non ricordo
quanto spasso fu
quell'attraversare
ma ragion mi dice
che fu così
uno spasso estraniante
perché ora eccomi
cosciente di me stesso
e solo
davanti e dietro a me
fosse di splendore
Nicola
si passa da un senso di precarietà (prima) ad un senso di esaltazione (dopo) amplificato dal paradosso finale delle "fosse di splendore".
È la descrizione della vita, condensata sapientemente in poche righe in cui ci si ritrova e ci si perde completamente.
Per poi ritrovarvisi ancora, in tutto il nostro cammino dalla fossa allo splendore (e speriamo non viceversa).
Una composizione semplicemente magistrale, come dice Marta, di classe pura.
Giuseppe