In preda al suo sogno
un uomo t'aspetta.
Senza orgoglio
selvaggio
le mani che afferrano
un'assenza spietata
il tuo odore disperso.
La sua casa respira
mille cupole azzurre.
Nelle mura di paglia e argilla
raccoglie carezze e sostanze.
La sua mano
al centro del tatto
si sveglia con la tua bocca.
Lo sguardo assopito
ascolta il tuo respiro.
Ed è rosso damasco
danza selvaggia
è nero negli occhi
di passione e di fuoco
sotto il cielo che culla
la menta e le more.
Lacrime e gigli come ricordi
sbocciano e schiudono al filo di luna.