È una notte tiepida di maggio.
Una notte in cui nulla si muove...
non una stella, una nuvola,
non un fruscìo di foglie mosse dal vento.
Solo il chiarore del cielo
illuminato da una luna d'argento.
Ma è una notte ferita questa notte,
dominata dal rumore dell'assenza.
Un dolore irreale lentamente scivola
insinuandosi, viscoso,
nelle pieghe più segrete dell'anima.
Se resti ancora lontano da me, vita mia,
il mio tempo si farà ancor più greve
e questo esistere
per me non avrà un senso.
Allora mi rivolgo a Dio ché in questa notte
possa spargere nell'aria la tua essenza
ridandomi l'effluvio del tuo amore.
Ecco...
pian piano, leggero
s'alza un fresco alito di vento...