E poi all'improvviso
la voce della quotidianità
tace.
Socchiudi gli occhi
ad un sole che accarezza
un canto di cicale
e per un attimo non devi
soppesare le domande
e le risposte,
le pedine da spostare.
I castelli di carta dei pensieri
li ho affidati alla deriva,
l'istinto
l'ho liberato dalla gabbia
dove è rinchiuso,
dove ringhia alla sua libertà.
Non ho paura di toccare un tasto sbagliato
e se lo farò non succederà nulla,
tutto si rimetterà in moto,
il meccanismo l'ho lasciato al caso,
affidato all'incoscienza
che lascia sempre il resto alla ragione.
Basta spingere un pulsante
e tutto si resetta
è pronto a ripartire...