Calme su colonne,
incantevoli
le malve dei portici
incoronano la sera.
Il canto sepolto
dei silenzi colati
è come un'ambra
assente,
incisa nell'aria.
Il tatto del tuo sguardo
mi si forgia sulla pelle
mentre il bagliore della pioggia
m'avvolge del suo manto.
Nell'aria rarefatta
palpita il tramonto
antico vascello lontano
vago e vermiglio,
sapore di sangue alle labbra
che il vento dissolve.
Scolorite le ghirlande del mare
giocano per gli oscuri abissi dei papaveri,
sfiorano le alture, ritornano
s'annidano e riposano.
Il rumore di chiglie e coperte
traccia scie
solchi di spuma dove nascono i passeri.
E torno alla tua voce, alla tua mano
nell'ora nera
nel sibilo della notte vuota.
La goccia del tuo nome riflette
la costellazione delle sostanze,
il magma vivo delle stelle.
Dal cielo incendiato
cadono i frutti della notte,
madreperla che dimenticarono
gli astri nella fuga.