Arrovelli pure, il sole,
picchiando sui muri
delle case,
lascio i vecchi, sotto il pino,
nel lamentio quotidiano,
le comari
perdersi in pettegolezzo,
salgo a liberar
lo spirito, sulla collina.
Qui, finalmente
assorbo la quiete,
rilascio il corpo
in abbandono sull'erba,
gocce di serenità
imperlano la pelle,
gardenie profumate
sono ora, i pensieri della mente.
Refrigerio nel vento
che accarezza
gli argentei ulivi,
culla il dorato
mare di grano,
scuote le canne
nello stagno,
gioca a rimpiattino
fra gli inanellati
voli di rondini
e se ho voglia
di pensarti
amore mio,
tingo le labbra
con il papavero acceso.
Qui, tutto è in sincronia
perfetta, tutto è
dono , riflesso
della insuperabile
potenza creativa
dello Spirito celeste.
Mi reca pena,
pensare che presto
verrà l'imbrunire,
il dovermi alzare dal prato,
togliermi
i fili di fieno
fra i capelli,
e tornare nel quartiere,
fra il lamentio
dei vecchi sotto il pino,
il cicaleggio delle comari
e il saluto indifferente,
appena sufficiente,
di chi conosci
e t'abita vicino.