Una costa di fine bianca sabbia
alcova di un incantevole mare,
morbido evanescente chiarore,
ammanta un paradisiaco mondo,
ancora vergine e non profanato,
chiazze oscure si intravedono,
sulla lunga linea dell'orizzonte,
portano morte e devastazione,
una marea nera oleosa e densa,
ha già falciato esistenze altrove,
si avvicina per divorare il sogno,
l'ennesimo stupro si completa,
alla terra dolce e accogliente,
sempre noi, maledettamente noi,
creature intelligenti ma insensate,
figli ingrati e vili dell'universo.
Quando decidiamo di arrestarci?
Stiamo avvelenando l'ultima fonte,
e accarezziamo incoscienti l'abisso