ormai l'ho detto, non posso più scappare,
quel che è fatto è fatto, il dado è tratto,
la verità è scèsa sull'anima come una scure,
un colpo secco ha interrotto il silenzio,
spezzando l'equilibrio che è padre di ogni vizio,
mi sono spinto oltre; ho dovuto farlo per proteggermi,
ho dovuto attaccare per difendermi...
per evitare che il suo mondo entrasse troppo a fondo dentro di me...
e l'acqua con un tonfo sordo nel momento esatto dell'impatto,
è saltata in parte verso il cielo sfiorando le mani tese delle nuvole,
e in altra parte sul mio viso lasciando tra le labbra gusto di favole,
ma tornerà presto a reclamare con gravità il suo posto,
alimentando il primo cerchio che senza dire niente e fuggito lontano,
spingendo oltre il suo secondo che è scappato non udendo altra voce,
dando ancora un fratello al terzo che si è allontanato vedendo gli altri fuggire...
ormai ho visto, non posso più ignorare,
quel che è fatto è fatto, il dado è tratto,
la verità è ancora ferma e continua a pulsare,
i suoi occhi fissi sono puntati verso di me,
e ridono della fretta che ho avuto nell'aprire le porte,
nel mio bramare risposte racchiuse in avide domande,
ma ho dovuto colpire per difendermi...
per evitare che il suo mondo guardasse troppo a fondo dentro di me...
e l'acqua con un tonfo sordo nel momento esatto dell'impatto,
è saltata in parte verso il cielo sfiorando le mani tese delle nuvole,
e in altra parte sul mio viso lasciando tra le labbra gusto di favole,
ma tornerà presto a reclamare con gravità il suo posto,
alimentando il primo cerchio che senza dire niente e fuggito lontano,
spingendo oltre il suo secondo che è scappato non udendo altra voce,
dando ancora un fratello al terzo che si è allontanato vedendo gli altri fuggire...