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Cip

Tracotante a scalare
mia infanziadolescenza
in scala colore
eppoi sacrale,
l'arte gibbosa
in metallo mi ruppe.
Ed io avvinto: Cip.
Piè di porco aleatori comunque,
gli esiti strali in giaculatorie filotto.
Anacoreta forzato,
accolti loro pretesi
prossemici spazi,
conscio di loro simbolica cifra
di Tragedia livore,
gratuito e inerme dispenser
d' arredi-quadri-gioielli
(nerboruti cazzi anche)
per risoluzioni a liriche pure
mai contabilizzate ai fini
di una pace invocata,
stigmatizzo loro iniqua sentenza
a esacerbate spoglie
di me dissacrante forse?
reo alla gogna di esser sol
un crocetta su emme.

 

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7 commenti:

  • laura ruzickova il 29/07/2010 21:04
    ma guarda chi si rivede! la rete è piccola!!!
  • loretta margherita citarei il 13/07/2010 06:30
    bel testo, ben scritta, complimenti
  • giorgio brunelli il 12/07/2010 21:49
    Troppo gentili, onorato! Sono uno scultore sofferente di frequenti picchi di demenza vantaggiosamente inconcludente. Un abbraccio caro e alle prossime!
    gio
  • Anonimo il 12/07/2010 20:07
    Originale... ricercata direi... ottima Giorgio
  • Anonimo il 12/07/2010 19:50
    Benvenuto.. mi piace.. geniale e tanto talento
    ciao
    Raju
  • Anonimo il 12/07/2010 18:49
    Benvenuto. È molto bella, la tua prima poesia
  • vincent corbo il 12/07/2010 18:22
    Benvenuto nel sito. Una composizione pazza e genialoide.

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