l dolore fugge lontano
nelle esotiche terre del Nulla,
impaurito e terrorizzato.
Mi sono seduto sulla riva del mare
limpido, cristallino,
specchio di vita,
il mare in cui si sposano ombra e luce.
Ho lasciato cadere a terra i miei stracci
e ho lavato le mie ossa
fragili per il logorio dei pensieri
mentre nelle mie vene
scorrono via ricordi e antichi odi
rimpiazzati dall'aria di salsedine
e dall'oscura luminosità
del firmamento.
Uno spirito primigenio
mi invita a seguirlo
nella schiuma marina,
le mie membra
ormai purificate
dalla sporcizia mondana.
I miei occhi non temono più la luce del Sole
e sono pronto a ricongiungermi
con le selve e i laghi
a diventare soffio di vento,
spirito lacustre,
o raggio lunare
e finalmente carpire
il senso più profondo
di un'esistenza che prima del lavacro purificatore
appariva vana, insostenibile e priva di senso.