Più mani
senza vergogna alcuna
hanno rubato l'animo
di una povera fanciulla.
Schiantata a terra
come un fiore appassito
ha versato lacrime
rimaste serrate in gola,
con il suo cuore che non gridava parola.
I suoi occhi cielo innocenti e casti,
sbarrati e vuoti
fantasticavano isolandosi
dal dolore nuovo
e dal rossore caldo
che per la prima volta
il suo corpo giovane ed ingenuo
stava conoscendo.
In silenzio ha subito,
in silenzio senza colpa,
senza volerlo,
ha soddisfatto
le voglie inumane di uomini senza coscienza,
di uomini che straziavano per sempre nell'animo
e per l'eternità
una vita ancora breve, la sua vita,
la sua dignità.
Non riusciva ad odiare,
non riusciva a muoversi
nemmeno il giorno dopo.
Dopo alcuni brevi tramonti
voleva solo scappare,
scappare lontano,
lontano da occhi indiscreti,
indiscreti come gli sguardi della gente,
gente che ti sorride ma non aiuta la mente.
Si sentiva colpevole, povero fiore,
colpevole della propria bellezza innocente,
della giovane età,
colpevole
di essere donna...