sfoglio le pagine di un libro, mentre la vita a modo suo scivola sulle pareti del anima, elargendo carezze che dovrebbero far chiudere gli occhi, cullandomi in sonni profondi resi accoglienti da listini di sogni,
"barista mi scusi! Quello che cerco, qui non c'è!"
"non farmi perdere tempo, è sabato, prendi quello che vuoi..."
"ma barista mi scusi! Quello di cui ho bisogno, qui non c'è!"
"impossibile, tutto quello che esiste è sul banco davanti a noi!"
"ma allora potrebbe spiegarmi una cosa: cosa si sta muovendo dietro di lei?"
gocce di te, quando sorridi e poi scappi via,
quando rispondi con una parola soltanto,
alle mie domande disciolte in "mille e tre" lettere,
anche se penso che in realtà tu lo sai,
non smetterei mai di chiedere,
vado avanti comunque, accontentandomi di sopravvivere,
non ne avrei mai abbastanza, abbastanza di te,
che sei già troppo lontana per poterti parlare:
con un abile scusa hai fuggito i miei sguardi,
ma non quelli degli astanti presenti che ancora confondi,
lasciandoli inermi a bramare altre gocce di te...
questa notte nel mio giardino è successo qualcosa di strano,
accanto a una grande stella ne è passata una cadente:
chissà se può essere vero quel che crede vero la mente,
oppure è vero soltanto, quel che scorrono occhi bassi, sui listini di sogni...
"barista mi scusi! Quello che di cui ho bisogno, qui non c'è!"
"impossibile, tutto quello che abbiamo è sul banco davanti a noi!"
"ma allora mi spieghi una cosa: cosa sta succedendo dietro di lei?"
"smetti di cercare accontentati! è sabato, prendi quello che vuoi..."
"ma barista mi scusi! Quello che cerco qui non c'è!"
gocce di te, quando sorridi senza comunque scomporti,
quando senza motivo ti scusi se mi stai ignorando,
ma poi lasci sospesi "mille e tre" puntini dentro di me,
anche se penso che in realtà tu lo sai,
ma il tuo essere donna non ti permette di credere,
e la vita continua ad avanzare comunque,
non serve poi molto per sopravvivere,
cosa importa se non avrò mai abbastanza, abbastanza di te?
La musica è troppo alta perché tu possa comprendere,
"danzami ancor musa dentro i miei occhi",
mentre gli astanti che il tuo vestito confonde,
continuano a ridere e brindare, rubando docce di te...