Tu non l'hai visto
Quel giorno d'estate.
E allora che scrivi?
Parole
Vuote, tiepide, scarne,
sparse su un foglio ingiallito.
Tu non hai bevuto
Da quel rivolo ghiacciato.
E poi,
vuoi parlare, d'amore?
Lascia la penna, scriba,
la poesia si scrive da sé,
se la cerchi fugge,
o -peggio- lascia
una scia, di bava,
come una lumaca,
e tu la segui e t'illudi
che quella sia arte,
che quelle siano Parole.
Vuoi profanare il tempio
Con la cartina in mano?
Cala il buio fuori,
anche sulla pagina.