Fulmini che squarciano il cielo
in groviglio di funeree nuvole,
avvolgono di braccia morenti
la fu rigogliosa isola.
Ombre di pianti
scivolano in tomba notte
su indigeni antichi,
villaggi e preghiere.
In tempesta pericolosa
il mare annuì colpe e pene
spingendo in secca
lo stregato galeone.
Schiavi in catene
riempirono il varco,
ammassati in stive
di buio putrido.
Nessuna ribellione in sangue,
carico dopo carino
nave dopo nave
in un'isola ormai
divenuta deserto.