E torno da te
per respirare pace
e mi accogli tu, con il solito sorriso.
Pioveva quel giorno,
hai acceso la luce,
mi hai rimproverata,
sono sempre la stessa, mamma,
immersa nei guai delle mie contraddizioni.
Mi ascolti, ti racconto
del tempo delle sue promesse,
delle gioie, paure, incertezze,
delle sue corse, come quelle nubi pazze
lassù nel cielo,
livido di lacrime, terso come
il sorriso di un bimbo.
Per respirare pace
ed il profumo dei fiori
che in questo caldo si bruciano,
come sentimenti nel deserto
di carezze, mani come parole,
promesse, tanto rumore.
Sono qui, per respirarti
quando aprivo la porta e mi chiedevi
- Sei tu? -
Sono sempre io,
come quando mi avvolgevo nel mantello
delle tue raccomandazioni,
lungo quei viali fioriti, camminavamo
ricordi?
e ai piedi le foglie secche delle stagioni.
Sorridi, ascolti, non rispondi,
non mi hai ancora svelato quel mistero,
mentre ti allontani,
e cerco di raggiungerti,
dentro una preghiera.