Di un silenzio e una pace strazianti,
in bilico tra caos e armonia,
prende vita una delicatissima danza.
Due anime alla ricerca di un contatto,
in un'atmosfera crudelmente immobile,
volteggiano e si cercano e si osservano
in un'adorazione intensa, eterna
senza peccato nè colpa, da sempre
in quell'incessante rincorrersi senza mai sfiorarsi.
Non uno spiraglio di luce su di sè,
non un delicato soffio di vento
ma buio, buio che annega le membra
buio che ingoia il cuore, che offusca gli occhi,
che intorpidisce gli arti,
che annebbia il nume della ragione.
Perisce un corpo al cospetto della sua anima,
e la danza si riduce a un gelido sospiro di morte.
Io scorgo,
con un brivido,
il mio stesso corpo privo di vita.
In questa eterea consapevolezza voglio perdermi,
consciente degli equilibri distrutti,
e seppur colpevole,
non chiedo a nessuno il permesso di morire d'amore.