Insofferente, non tollero e provo
odio per le mielate voci che accompagnano
la prestuntuosa espansività delle vostre bocche.
Per l'amaro egocentrismo,
motore di quel mondo che
vi ostinate a credere giri intorno alle vostre futili vite quotidiane,
io provo odio.
Odio per le tristi mura che accolgono parte del mio giorno
e, per voi, dovunque, in qualunque momento
estrapolati dal tempo e dallo spazio.
Intollerante alla moltitudine
di bieco infantilismo e presunzione,
odio puro è ciò che provo per le vostre frasi fatte che,
ostinati, ritenete indice di sapienza.
Per la mera incapacità di far partorire al vostro cervello un'idea
che si distacchi dalla carta che i vostri procreatori
hanno regalatovi per studiare,
è l'odio ciò che, solo, mi scalda il cuore.
Il vostro prevaricare vocalmente ciò che penso,
lacera le corde della mia pazienza,
ostruisce le arterie della mia tolleranza.
Ed esplodo.
E vi insulto.
E vi urlo che vi odio.