Amico mio poeta,
che scrivi i tuoi pensieri
contorti e troppo seri,
una ben chiara meta
mai riesci a conquistar.
La parte fai del saggio,
ma l'ideal messaggio
che vuoi comunicar
mi crea sol confusione;
riprendo la lettura,
ma ancora molto oscura
riman la tua espressione.
Quale nervoso insetto,
di fiore in fior svolazzi,
contorci e ognor strapazzi
perfino un bel concetto.
Spero che tu almeno
comprenda quel che scrivi:
quei versi, pur cattivi,
son frutto del tuo seno!
In fantastici lidi
ti sembra di approdare,
e noi fai annegare
nei mari sempre infidi
dei detti di clamore,
di astruse tue parole,
dove perire suole
l'improvvido lettore.
Tu compi azione ria
perché, con versi vani,
la gente, ahimè, allontani
dall'aulica POESIA.
Ti prego, deh, abbandona
quei detti invero orrendi,
la retta via riprendi:
la Musa ti perdona!