Partoriscono gli angeli?
Tradiscono l'apparato
che fa più sangue
al paralitico desiderio
di sapere la fede,
e nell'aloe ferito
di rimosse rive,
non c'è più dolore
che possa tenere le mani giunte
in volto,
quando al di là
delle sviste mancate,
le ali si contorcono in volo
al momento superstite
d'inventare la vita.
Come invalidi?
Con una mancia d'affitto
si può vivere in eterno,
dicono gli invalidi, dei sogni,
reputati d'idrofobica bellezza
che nessuna cosa muove
quando s'increspa l'amore,
come l'istinto di nascere
con un'ingenua dolcezza,
dentro il lutto, sopra la terra
e dinnanzi agli occhi àtoni del mondo,
invani tentarono di raggiungerla
quella volta nella voce lunga,
una cosa bella e umana.