La notte comincia a brontolare
come una vecchia caffettiera
che prepara il caffè
poi, donna permalosa, d'improvviso
scoppia in pianto.
Sorprende la natura che assetata
apre la bocca,
le radici degli alberi come vene pulsanti,
scavano nella terra arida,
ogni singolo fiore, ogni singola foglia,
ogni singolo stelo,
li ha stesi a terra il deserto di lacrime
e anche gli occhi sono secchi di pianto
domani forse, alzeranno il capo,
si asciugheranno una lacrima al sole.
Un chiarore improvviso squarcia
il viso della notte,
un boato il silenzio del sonno,
sussulto che rotola come un sasso
nel mare dell'infinito, lanciando come fionda
il suo eco lontano.
Penso a quello che ho dimenticato fuori,
ai soldati degli ombrelloni guardiani della spiaggia,
ai nidi che domani troverò per terra,
a quel gatto randagio che invano cerca casa,
alla gente della notte che rientrerà,
a chi la casa non ce l'ha,
a queste lacrime che portano e tolgono vita,
ma la vita è questo...
Mi copro la testa con il lenzuolo,
mentre un brivido, come un lampo,
mi percorre veloce.