Un giorno...
il re supremo della cultura
invitò i poeti alla festa,
organizzata da lui, con molta premura.
Seduto sul trono
con la grammatica accanto,
vide ballare la canzone
con lo sposo canto.
In punta dei piedi
e la rima sulla fronte,
la coda del suo vestito
fece cadere un conte,
che canticchiando della coda
non si è accorto,
cadendo si è fatto male,
ma per fortuna non è morto.
Ripreso dalla ballata
se né andò in un'altra stanza,
in quel conteso il conte Ossimoro
non aveva molta importanza.
Gentile sonetto, a braccetto,
con quartine e terzine,
passeggiava a passo lento
sulla regale terrazzina.
Il distico,
in compagnia di madrigale,
ascoltava da lontano il sonetto
vantarsi, di come era speciale.
Il principe l'ode
con la bellissima poesia
danzavano...
dimenticandosi,
di tutta questa gentile signoria.
Severa metrica
annoiata e arrabbiata,
ha preso la sua cartella
e se né andata.
Il re,
vedendo tutto questo,
si fece una risata.
Non fece più caso agli ospiti,
osservò con gioia,
soltanto la sua figlia amata.