È immenso il mio stupore, adesso,
per la grandezza che dilaga intorno
nell'intimo e ancora e ancora,
l'afflato che mi sovrasta il cuore.
Lo percepisco e tocco,
il fulcro delirante di un pensiero
tenuto fermo per un attimo indefinito
come se fosse solo ieri, il tempo,
trascorso al fianco dell'attesa.
Mi trovo come spirale nella tormenta,
io, vertigine sull'orlo senza sponda
a camminare sul filo di un respiro,
che non ha voce, se il vento sibila lontano.
Immobile nei perimetri che si assottigliano,
quando la notte diventa scappatoia
sperando che l'incedere della luna,
illumini la caligine della sera.