Immensi come città ignote, quegli sguardi,
capaci di parlar di silenzi senza attese,
e fugaci trafigger il giorno come dardi,
circuendo il tempo goffo, senza pretese,
se non per sorprenderlo di nuovo, come il mare sui fiordi,
se non per rincorrer la vita e le voci spese
per dare un nome ad ogni fiore ed ai rumori sordi...
e tutto chinarsi attorno a loro, persino le gioie meno intese,
tingendo di colori quelle gote e quei pensieri senza bordi,
ognuno dei quali palpitar in battiti ed emozioni rese...
come d'estate, le onde, sulle prode stese,
frangersi lente e cristalline ai primordi,
così ogni giorno, il cuore, su quelle pupille accese,
socchiuder appena solo i dolori ed i ricordi,
se non, di notte, una lacrima, e delle mani tese
verso il cielo rosa... sopra il mio paese.