Ti ho cercata una notte nel bosco.
Ero stanca di tutte quelle voci
che mi dicevano:
"la magia non esiste".
Ti ho osservata mentre ingerivi alcol
e versavi candeggina nel fiume.
«Perché versi candeggina nel fiume? »
Mi hai detto:
«Io già ti conosco,
ti ho incontrata nell'altra vita,
quella in cui eravamo buone. »
Io non ho risposto.
Nonostante le nascondi bene,
sotto sciolti capelli di fili di piombo, io so
che tu hai le ali.
Perché anch'io ti conosco,
ti ho già incontrata nell'altra vita,
quella in cui ero alunna affamata
e tu maestra,
pazza fata ubriaca.
Certe volte, quando la notte è troppo reale,
mi svesto e ti vengo a trovare.
Tu bruci ancora gli alberi
simulando incendi nel bosco
e addestri civette e topi per la fuga.
La notte amplifica la vita.
La luna splende di luce bugiarda.
Mi dici che tornerò ad essere di nuovo buona.
Non so perché t'ascolto
dato che ho smesso di credere alle fate
da quando, per indossare
questo scomodo vestito rosa
da umani,
mi sono amputata le ali.