Notte di pioggia
che goccia non perde,
dalle finestre il sole non splende.
L'aria è distinta
dal freddo e dal gelo,
pace non trova quel povero cielo.
Intenta ad aspettare
quel cielo sereno,
chiudo gli occhi e mi lascio a morfeo.
Fulmini e tuoni
udivo lontano,
neve gelata portavo per mano.
Ad un tratto la neve si sciolse
e l'ombra di un uomo
a sè mi avvolse.
Le mani sottili
le braccia possenti
fulmini e tuoni ormai erano assenti.
Caldi gli occhi
dolce il sorriso,
le sue aristocratiche mani
mi portò al viso.
Un tenero bacio
ne venne fuori, e subito il cielo
si riempì di colori;
dalla finestra
entrava quel sole, che con i suoi raggi
emanava calore.
Dolce e quieto è ormai il mio cuore,
donde quella tempesta,
ha fatto fiorire l'amore.