Fammi tua, oh genio di ogni cosa.
Genio della lussuria e della sinuosità di un battito d'ali.
Prostrati a me o umile cervo benedetto,
sfalda le mie carni, fa di me la tua sposa onirica.
In questo incubo di tenebra
e di passioni mai esistite,
le tue platoniche mani
afferrano i miei polsi agitandosi rabbiosamente.
I tuoi occhi, simbolo di sapienza e di pudore
fissano i miei, che ti disprezzano e ti amano perdutamente.
È per te questa preghiera, mio improbabile compagno.