Lo Stato è un uomo annoiato.
L'amore lo stato lo ha perduto tra burocrazia
e giacche gessate.
Lo Stato è l'imprenditore che ha avuto denaro per le prostitute
ma troppo poco coraggio per un'amante vera che dimostrasse vana la sua donna.
Lo stato insegna ai suoi figli a essere come lui
per paura che questi, scegliendo un'altra via, finiscano
per sbattergli in faccia i suoi errori.
L'uomo che non si volta mai si accorge della sua ombra solo prima di morire.
Lo Stato sull'orlo della rivoluzione diventa un'ombra e si nasconde dietro al suo popolo.
Lo Stato è una gabbia di vetro contenente una scimmia vestita da pagliaccio circondata da schiere di curiosi
che commentano: "guardate che carina, sembra proprio un pagliaccio".
Lo Stato è un branco di pesci piccoli che, per spaventare i predatori, si uniscono per sembrare una cosa sola.
Gli uomini sono soli nello Stato; per questo non lo chiamano famiglia, non lo chiamano moglie, non lo chiamano figlio:
per questo lo chiamano Stato.
Per lo Stato possiamo essere solo :compratori, venditori, possessori, nullatenenti, lavoratori, disoccupati,
biondi, mori, alti bassi, uomini, donne, sposati o nubili, cittadini o stranieri.
Per gli uomini siamo:amici, nemici, amanti, rispettabili, orgogliosi, fragili, affascinanti, insignificanti,
odiati, necessari, superflui, artisti, buffoni, intelligenti, banali, acuti, stupidi, degni, indegni.
Se lo Stato fosse un ritratto del mio popolo
sulle scale di Piazza di Spagna:
Scusate, ma rivorrei avere indietro i miei soldi soldi...