V'era
un tempo, fra cani e gatti
amicizia profonda e sincera,
sempre insieme
solean passeggiare.
Ma successe un dì
ad un gatto ed un cane
di giunger
presso un ruscello,
per guadarlo
non v'era nessun ponticello.
Il cane,
che ben sapeva nuotare
non trovò difficile
l'ostacolo superare,
ma il il gatto,
che dell'acqua ha terrore,
cominciò a tremare e miagolare.
Formulò il cane
saggia decisione,
invitando il gatto
a salirgli sul groppone,
entrambi avrebbero l'ostacolo aggirato.
Con il gatto in groppa,
il cane cominciò a nuotare,
ma a metà strada,
il micio ebbe paura di precipitare
gli unghioli lunghissimi sfoderò,
e nella groppa del cane li affossò.
Con guaito doloroso,
con un sol balzo,
il cane raggiunse la riva opposta.
-Traditore- abbaiò al gatto,
-ma sei diventato matto?
dimmi l'hai fatto apposta?-
Il micio che ancor dalla paura
ripreso non s'era,
non proferì risposta,
invece di scusarsi del misfatto,
col pelo dritto,
la groppa arcuata,
gli occhi dilatati,
gli unghielli sfoderati,
verso l'amico cominciò a soffiare.
Il cane se la prese proprio a male,
e da allora la situazione
resta tale,
il cane abbaia, il gatto soffia.
Ha la fiaba la sua morale,
prima di perdere un amico,
occorre frenar la rabbia
e ragionare,
far sempre giusto chiarimento,
sacra è l'amicizia,
non si può buttarla al vento.