Per lasciarmi guidare fino a te
imparai l'alfabeto dei delfini
e sconfiggere silenzi di fondali.
Digitai parole su tastiere di onde.
Emisi sibili sottili
come veline di sguardi,
fino a giungere al trono del tuo abisso.
Con candide mani
deposi ai tuoi piedi
ghirlande di corallo,
ti coronai con fiori di madreperla
ti dipinsi il petto coi colori della passione.
Ti adornai i lobi con turgide ciliegie
le tue nudità avvolsi con velabri di sospiri.
Appresi alfine la dialettica del mare
quando vaneggia di vesti adamantine
che la sua liquida forma non trattiene.
Sono sognato e delirio ricorrente
sopra il quale ho spalmato carezze solitarie.
Figlia di Fidia
scolpisco ogni notte la tua ombra.