Quand'egli colse la tua innocenza,
le tue labbra vestivano di rosso tenue,
appena più acceso del color delle gote tue,
e l'amor che ti faceva fremere era quello
impossibile dei sognatori, quello semplice
dei poeti, quello romantico sussurrato dalla luna.
Allora, le mani tue, erano gentili, non sapevano toccare,
né le unghie nel graffiar avevano sapienza,
perché il candore esaltava la tua bellezza
e lo sguardo, era uno spicchio terso all'orizzonte.
Ora mi parli, dell'amore eterno, quello
che t' ha trasformata in un'amante,
o in una macchina per orgasmi.
Com'è distante Amore, il tempo
in cui mangiavamo le more selvatiche...