Affondo il mio passo di granito
nella sabbia delle corsie..
Ti raggiungo, sosto davanti al tuo lettino
mentre sogni terre sconfinate;
sei ferito.
La tua ala sanguinante
non ha più la forza delle lunghe traversate.
Sei ferito.
abbracci lembi di cielo
mentre pronunci un nome, il tuo nome,
per non dimenticarlo,
per non perdere la strada d'azzurro asfalto
che ti riconduca al faro
orfano dei tuoi sorrisi,
accarezzato dall'ultimo asfodelo
come gladio di Luce divina
a diradare ombre d'esistenza.
Lotta, lotta, lotta
non permettere che la vita diserti le tue vene
sròsati ancora di pure meraviglie,
inebriati ancora d'infinito.
Carlito, figlio mio...
Io te lo chiedo "Vivi!