Inginocchiata,
ai piedi di un altare,
una madre prega,
fissando gli occhi
dell’Addolorata.
Anch’ella, pochi minuti
prima, ha stretto
tra le braccia il figlio,
che ora giace,
ignaro e assopito,
in una sala operatoria.
Forse sogna gli angeli,
forse un’altra vita.
Un corpicino esile,
avvinto da un male
incurabile.
“Alza la tua mano e
opera Tu, Signore!”
urla dentro di sé
la donna,
nel silenzio della
cappella.
Ore interminabili,
dolore immenso,
solitudine profonda.
La madre spera.
Le note di un organo,
che non c’è,
si diffondono nell’aria
all’improvviso.
La grazia è fatta.
Qualcuno giunge e
annuncia che è
tutto finito.
La madre terge le lacrime
e sorride, poi
al cappellano chiede
la comunione.
Per madre e figlio
sarà l’inizio
di una nuova vita.