Avevo di te solo una foto
e una voce che sussurrava:
ho ingrandito i particolari:
gli occhi, i verdi occhi,
la bocca, le labbra,
l'attaccatura dei seni,
le spalle e poi la mani,
sì le tue mani,
minuziosamente,
mentre le tue parole
vorticavano,
s'intrecciavano,
espandendosi
con nuovi significati,
immaginati, desiderati.
Ora che sei davanti a me
e respiro l'aria che respiri
aggiungo altre dimensioni
dove tutti i sensi partecipano
al banchetto dell'affamato.
Catturo i riflessi,
le onde di calore,
sorrisi accennati,
battiti di ciglia,
movimenti minimi,
dettagli percepiti
in una memoria remota
inclusiva di te soltanto
che rimarrà il rifugio
dei giorni inattivi
e delle notti inquiete.
Breve fu l'interludio
tra due lunghe attese.