Scorre tra noi sul lungomare
un albore d' acque che sconcia
con l' azzurro degli occhi anche il tuo viso.
Resta nel fondo fugace, straniato
da te ogni gesto;
intimo appare e sparisce il dolore
a calcare una ruga nascosta,
dalle ciglia veloce si getta
una lacrima:
ancora insieme io e te, soffocati
da vampa discesa a far crepitare
lo smeraldo dei sassi.
Ma subito cedo
al torpore che pesa, ebbro
ristò alla magia di ignorare
ogni cosa di noi:
si spezzano aridi mille cristalli
e pallide, frali memorie
sussurrano roche il tuo nome, remoto segreto
a spegnersi fatuo nel vento.
Come lampi si abbattono
mute parole;
ti guardo perduto tra mille barbagli
ma non so più riconoscerti e sento
infinita distanza tra noi
in questo tardo ritorno:
pochi istanti hanno arso
intorno ogni cosa, salvi due volti,
due maschere tristi che tenaci
indossano falsi sorrisi.